La torre di Skye Warren | Recensione di Deborah

 

«È protezione, quando si tiene un fiore nell’oscurità, lontano da acqua e luce? Guardarlo mentre appassisce davanti ai tuoi occhi? Nessun altro può vederlo.»«Nessuno può portarlo via.»

 

Editore: Triskell Edizioni
Data di uscita: 10 gennaio 2020
Pagine: 203
Prezzo: 4.99 € ebook

Salvate la torre d’avorio…
Gabriel Miller giura che mi terrà al sicuro. Fuori i nemici sono in agguato, nell’attesa di colpire. Ma queste mura ci possono proteggere da un esercito. Però il mio istinto animale mi dice che il pericolo è molto più vicino. Che è già qui… Protettore o nemico, cos’è davvero Gabriel per me? E questa casa è un castello o invece una gabbia? Non avrei comunque altro posto dove andare… e nessuno di cui mi potermi fidare. Non si sfugge quando il passato è determinato a catturare la sua preda.

 

 

È giunto il momento di condurre il nostro veliero di carta ed inchiostro in acque rosa, è tempo di scoprire un nuovo romance! Il nuovo anno ha portato subito con sè il nuovo ed ultimo volume della serie Endgame, La torre. Skye Warren ci conduce di nuovo tra oscurità, disperazione, sofferenza, lussuria e depravazione. Siete pronti per terminare la partita a scacchi tra la fiduciosa Avery e lo spietato Gabriel?

 

Ho paura della risposta, perchè ha il potere di distruggermi. Più di quanto sia successo con mio padre; il mondo è troppo freddo per questo tipo di speranza. Le mie parole sono a malapena un sussurro. “Quante?” Il suo sguardo mi brucia, ustionante. “Una, verginella. Solo una donna è riuscita ad abbattere le mie mura. Solo una ha avuto quel potere su di me”.

 

Ero abbastanza curiosa di leggere l’ultimo volume della serie di Endgame, tutto sommato gli scorsi volumi mi avevano invogliata a proseguire l’inusuale storia d’amore tra Avery e Gabriel, purtroppo però La torre non mi ha convinto come i precedenti. Nonostante mi fossero abbastanza piaciuti, nutrivo alcuni dubbi su diversi punti della storia: l’asta per la verginità della protagonista femminile; la profonda oscurità del protagonista maschile, i suoi tratti da carnefice; la violenza dei momenti intimi tra Avery e Gabriel. È lecito domandarsi se mi ci volevano proprio tutti e tre i libri per trovare risposta agli interrogativi che mi ronzavano nella mente, e capire che forse questa non era proprio una storia adatta a me. Ebbene sì. Sì perché speravo vivamente che nel capitolo conclusivo la violenza e l’oscurità si sarebbero smorzate, mi auguravo che la luce avrebbe inondato tutto il buio. Purtroppo le mie speranze sono state infrante, Skye Warren sceglie di non far evolvere in modo significativo i suoi personaggi ma li lascia sempre in balia dei loro demoni: Gabriel resta quasi proprio fino alla fine un personaggio violento, disturbato e più che leggermente depravato; la figura di Avery invece è sempre dolce e pura anche se ormai pura non lo è da diverso tempo, anzi non vede l’ora di essere spezzata e investita dalla violenza e dal desidero dall’uomo che ormai ha imparato ad amare. Nonostante non la condivido capisco la scelta dell’autrice di non sconvolgere la figura di Gabriel, infondo nella realtà non tutta l’oscurità può essere rischiarata. Ho avuto la sensazione che la figura di Avery subisse una forte involuzione: nei primi due volumi era un personaggio forte, caparbio e determinato a riprendere il controllo di sé e della propria vita, nell’ultimo invece diventa un’ameba in balia degli eventi e dell’istinto possessivo di Gabriel.

 

E non posso più nascondermi nella torre di Gabriel. Sono una regina a tutti gli effetti, sia che cada o che lotti ancora un altro giorno, qualsiasi sia la mia prossima mossa, ovunque io atterri. Posso prendere in considerazione l’intera scacchiera, qualsiasi direzione è a mia disposizione.

 

Il cavallo si era concluso con un colpo di scena che lasciava presagire una nuova avventura misteriosa e movimentata…invece per me non è stato così. La vicenda portante si spegne, viene dato molto più spazio al sesso e all’introspezione dei personaggi, soprattutto al sesso, facendolo diventare un momento stucchevole e a tratti sgradevole. Alla fine il fare violento di Gabriel su di me ha avuto un effetto negativo: leggendo il romanzo nei momenti di intimità tra i due protagonisti mi ritrovavo ad accelerare la lettura per passare oltre, l’unica domanda che mi balenava nella mente era “Perché?”. Perché scrivere di violenza cercando di nasconderla sotto forma di amore e del sentimento? Essere un animale nei confronti delle donne non è amore, non è eccitante e non si può nascondere come polvere sotto il tappeto con qualche carezza e piccolo gesto tenero alla fine dell’amplesso.
La stessa soluzione scelta da Skye Warren per illustrarci la figura depravata che ha tormentato fin da bambina Avery e sua madre mi ha lasciata senza parole. Ovviamente in negativo. Mi chiedo veramente come sia possibile scrivere in un romance che dovrebbe essere un romanzo di intrattenimento, fatto per appassionare e far sognare, di così tanta depravazione e anche di un qualcosa di indicibile come la pedofilia. Sì, perché alla fine le molestie psicologiche subite da Avery dalla voce nel muro (oltretutto suo padre biologico) che la hanno spinta e guidata a scoprire il proprio corpo troppo presto come le definireste?

 

“Ho costruito quella casa come una fortezza, come una dannata torre. Manca solo un ponte lavatoio. Ma non avevo niente da proteggere. Nessuno”. Mi giro, fissando la luccicante varietà  di donne, gli uomini in bianco e nero. “Avresti potuto avere chiunque”. “Non qualcuno per cui morire”.

 

Pedofilia è una parola disgustosa che non vorremmo mai sentire, un crimine che purtroppo inzacchera davvero la nostra realtà. È un crimine dai mille volti che bisogna combattere ad ogni costo e non nascondere. Bisogna parlare ed informare, ma a mio parere un romanzo romance non è né il mezzo né il mondo giusto per farlo. Un romanzo che potrebbe facilmente finire nelle mani di tante ragazzine pronte a sognare e fantasticare sull’amore non dovrebbe contenere così tanta violenza e depravazione. Ragionando e riflettendo non mi spiego perché i primi due volumi di Endgame mi siano tutto sommato piaciuti e l’ultimo invece ha suscitano in me reazioni così negative.
Ritornando a bomba sul romanzo, la storia di Gabriel e Avery ha una conclusione positiva e piacevole, la loro partita a scacchi si è conclusa senza vincitori né vinti ma è sfociata in amore.

Difficile trovare una risposta, quello che è certo è che La torre è un romanzo che non mi ha proprio convinta, anzi per me è stata la condanna definitiva dell’intera saga; purtroppo l’ultimo volume ha urtato davvero la mia sensibilità.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Triskell Edizioni per la copia omaggio

 

May the Force be with you!
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Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

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